Lo stile Shabby chic sta conquistando sempre più proseliti. Cerchiamo, dunque, di capire quali sono le sue particolarità per comprendere il motivo di così tanto successo.
La parola shabby significa usurato, invecchiato, logoro, mentre la parola chic la conosciamo tutti. Uno stile di interior design, in cui gli elementi dell'arredo si presentano in una veste invecchiata, usurata, ma comunque con un'identità forte. Ovviamente non è l'apparente usura a fare di un arredo un arredo shabby. I mobili sono ricchi di intarsi, come quelli che dominano le decorazioni art deco, ma lo stile possiede una forte componente rustica. Lo shabby dà al “vecchio” una seconda possibilità, riportando a nuova vita mobili che altrimenti non guarderemmo neppure. È infatti uno degli stili più gettonati per il fai da te.
Con mobili lineari e moderni non otterremo certo l’effetto finale che possiamo ottenere con i mobili con stondature, modanature, cimase e quant’altro. Se un mobile è già molto lavorato e ricco di decorazioni a volte basta anche solo pitturarlo di bianco e poi abbinarlo a piccoli accessori come candele, gabbiette, cuoricini e tessuti di lino per dare un tocco shabby chic all’ambiente”.
Lo stile shabby chic è nato in Gran Bretagna, soprattutto nelle case di campagna. Vecchie pitture, parati, tende candide, grandi lampadari, erano presenti in ogni casa di ricchi possidenti inglesi. Lo shabby ha molto in comune con lo stile vittoriano, con una forte componente eccentrica.
Il termine ‘shabby chic’ è stato coniato dalla rivista “The World of Interiors” nel 1980. Al giorno d’oggi lo shabby chic ha visto aumentare la sua fama grazie alla possibilità di trasformare un vecchio oggetto/mobile/accessorio in qualcosa di nuovo, il che lo rende uno degli stili più economici in circolazione.
Ovviamente ha generato anche una fiorente industria, soprattutto in mobili rivisitati, ridipinti, usurati.